Il metodo della coordinazione genitoriale nasce negli Stati Uniti per rispondere ad un vuoto di interventi utili al fine di contenere l’alto conflitto genitoriale. Il contesto culturale e di welfare in cui si sviluppa il metodo vede da una parte istituzioni pubbliche residuali con i servizi di Child Protection che, a differenza di quanto avviene in Italia, non operano nelle situazioni separazione, anche se conflittuale; dall’altra il mondo della pratica privata che con i metodi fin lì sperimentati – terapia famigliare, mediazione famigliare, psicoterapia individuale, consulenze tecniche – non riesce sempre a produrre risultati persistenti nel tempo ed efficaci nell’area dell’alta conflittualità, come si rende evidente dalle numerose istanze di modifica dei provvedimenti. Inoltre, supporti come la psicoterapia o altri approcci alla genitorialità, che puntano sulla consapevolezza delle proprie modalità di azione ed interazione, sulla rielaborazione dei traumi e sul cambiamento delle dinamiche relazionali, richiedono tempi lunghi, con scarsa efficacia sullo scorrere quotidiano della vita dei bambini. Le situazioni di alta conflittualità richiedono invece interventi coordinati di contenimento del conflitto nella sua declinazione quotidiana e di supporto ai genitori nel rielaborare dinamiche relazionali disfunzionali in cui i bambini rischiano di essere utilizzati da ciascuno per fare la guerra all’altro, esposti direttamente al conflitto –passaggio di messaggi per l’altro, denigrazione dell’altro- per adattarsi in una nuova condizione famigliare e personale.
Se la situazione di sistema in Italia è diversa, caratterizzata da un welfare mix che offre potenzialmente molte opportunità, sono invece identiche le tematiche che i professionisti si pongono da anni rispetto all’esigenza di fronteggiare l’alta conflittualità, sia dentro che fuori il processo.
La coordinazione genitoriale si propone come un metodo specifico per intervenire nelle situazioni di alto conflitto genitoriale, senza alcuna pretesa di invadere il dominio di altre forme di intervento. Soltanto con la pratica di un metodo standardizzato nelle procedure operative si potrà giungere ad una valutazione in termini scientifici della efficacia di questo metodo.
Da questo punto di vista lo sviluppo del metodo nel nostro paese è da guardare con favore ed interesse; è però importante che l’intervento si svolga in modo non confuso, sia rispetto alla coerenza interna del metodo, sia rispetto ai rapporti tra coordinazione genitoriale e processo.